Napoli, 2 gennaio 2012 – La notte di San Silvestro quest’anno ha fatto una vittima. Il 39enne Marco D’Apice però non è morto ucciso da un petardo letale, ma da un colpo di pistola sparato insieme ad altri otto dalla stessa persona e a distanza ravvicinata. Uno quello che lo ha ucciso, degli altri otto ne sono rimasti i bossoli che hanno permesso di individuare il tipo di arma da fuco: una calibro 7,65. D’Apice stava festeggiando i primi attimi del nuovo anno quando, davanti al suo ristorante, Villa Alexus a Casandrino, è stato ferito a morte. Non un agguato, sostengono gli agenti della Squadra Mobile di Napoli. Un incidente determinato da chi ha avuto la folle idea di festeggiare sparando colpi di arma da fuoco. Può essere stato un avventore del ristorante, un parente della vittima. Può essere stato lo stesso D’Apice. Tutto questo saranno le indagini e l’autopsia a stabilirlo. Sul fronte dei ferimenti quest’anno se ne contano circa114 aNapoli. Ma per colpa dei botti, sparati male o non a norma, sono finite in ospedale altre 77 persone tra Napoli e provincia di cui nove bambini di età compresa tra i tre e gli undici anni. Diagnosi gravi come invalidità permanenti per amputazione degli arti o la perdita di un occhio. Ma gli ordigni di Capodanno hanno procurato anche danni materiali come alla Sanità dove uno “Spread”, botto illegale di quest’anno in grado di uccidere se fatto esplodere in prossimità di un uomo, ha causato il crollo di un muro di cinta. A San Gregorio Armeno, invece, la deflagrazione di alcuni botti ha distrutto alcune bancarelle di presepi mentre un grave danno è stato quello subìto dalla facciata della chiesa di San Biagio dei Librai. Passata la notte di Capodanno, adesso restano i rischi per i botti inesplosi rimasti per strada.
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